L’Università di Verona si distingue nella seconda edizione del Fondo italiano per la scienza (Fis 2), aggiudicandosi oltre 5,2 milioni di euro per quattro progetti di ricerca di altissimo profilo scientifico. I finanziamenti sono stati ottenuti da Giovanni Adami, Emanuela Bottani, Alessandra Ruggiero e Cecilia Sideri, giovani ricercatori attivi in ambiti molto diversi tra loro ma accomunati dall’eccellenza scientifica delle proposte. Un nuovo e importante riconoscimento per l’ateneo, che si conferma competitivo sia nelle scienze biomediche sia nelle discipline umanistiche.
Dallo studio del neurosviluppo fetale alle pratiche di annotazione del Quattrocento, dalla risposta immunitaria al Covid-19 fino alla funzione ossea nell’artrite reumatoide, i quattro progetti selezionati evidenziano la capacità dell’università scaligera di generare ricerca originale e interdisciplinare. Le attività partiranno nei prossimi mesi e si svilupperanno nell’arco di tre anni, coinvolgendo team di ricerca multidisciplinari e collaborazioni nazionali e internazionali. Un risultato che rafforza la presenza di Verona nella comunità scientifica europea e apre nuove prospettive per l’innovazione e la crescita culturale del territorio.
Attraverso il Fis, il ministero finanzia progetti di elevato contenuto scientifico con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo della ricerca fondamentale, seguendo il modello europeo dell’European research council. Nei giorni scorsi è inoltre arrivata la notizia relativa al bando FIS3, che si è appena concluso. Sono cinque le ricercatrici e i ricercatori che hanno vinto questa nuova tornata, per un finanziamento complessivo di oltre 7,2 milioni di euro.
COMMENTO RETTRICE ???
Giovanni Adami del dipartimento di Medicina, ottiene un finanziamento di 1.321.689,16 euro per uno studio che indaga l’effetto del cortisone sulla salute ossea nei pazienti con artrite reumatoide, con l’obiettivo di chiarire definitivamente uno dei temi più dibattuti della reumatologia moderna.
Emanuela Bottani del dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica, riceve 1.320.000 euro per una ricerca che vuole ridefinire l’origine delle malattie genetiche mitocondriali. L’obiettivo è verificare se queste patologie, finora considerate disturbi neurodegenerativi dell’infanzia, siano invece problemi del neurosviluppo, cioè legati alle primissime fasi di formazione del cervello.
Alessandra Ruggiero del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, riceve 1.320.263,12 euro per un progetto per studiare come le modifiche delle proteine virali influenzino l’interazione tra Sars-Cov-2 e l’organismo umano. Una ricerca che potrà offrire basi per nuove strategie terapeutiche e vaccinali.
Cecilia Sideri del dipartimento di Culture e civiltà, è finanziata con 1.321.402,72 euro per un progetto dedicato allo studio dei notabilia — gli antichi segni e annotazioni presenti nei manoscritti e nei primi libri a stampa dell’Umanesimo — per comprendere come queste tracce di lettura abbiano contribuito alla costruzione del sapere rinascimentale.
Sara Mauroner


























