La giornata "Innovazione e imprenditorialità" ha portato al Polo Zanotto una tavola rotonda dal titolo “Innovare in Veneto, oltre la crisi”.
I numeri della crisi. Questi alcuni dei dati salienti emersi durante il dibattito: il belpaese investe soltanto l’1,2% del Pil in ricerca e sviluppo, un numero bloccato dalla metà degli anni ’90, per il quale anche la Spagna, seppur di poco, ci supera. L’Italia è arretrata anche per quanto riguarda altri indici, come il numero di brevetti ogni milione di abitanti (13), e le esportazioni. Il Veneto è la regione meno virtuosa tra le 21 che compongono lo stivale: seppur conosciuto per il passato di grande esportatore, si occupa solo di prodotti a bassa tecnologia.
Il convegno. Dopo una serie di dati negativi come trovare lo spiraglio di luce per uscire dalla crisi? Le proposte sono arrivate dai diversi ospiti presenti, il prorettore dell’Ateneo scaligero Bettina Campedelli, Cesare Veneri segretario generale della Camera di Commercio, Franco Zanardi vicepresidente delle relazioni industriali di Confindustria Verona, Italo Candoni della Direzione sviluppo economico Ricerca e Innovazione, Paolo Giopp della fondazione Cariparo e Massimo Colomban, fondatore di Permasteelisa.
Gli interventi “Le imprese rispondono alle sollecitazioni delle Università a collaborare – ha spiegato il Prorettore Campedelli – ma spesso manca una vera partenrship specializzata” infatti la professoressa auspica che l’Italia crei un vero sistema di rete, e lo spiega nell’intervento successivo: “Perché dividere la ricerca di base da quella applicata: il problema sta proprio nelle iniziative scarsamente coordinate tra di loro, serve una ricerca applicata congiunta”.
“Investire nella ricerca e nell’innovazione non è da pazzi – ha aggiunto Zanardi di Confindustria – perché è proprio l’impresario che dimostra, con la sue esperienza, che anche in momenti di dissesti economici questa è la strada da percorrere”.
È Veneri della Camera di Commercio invece che ha parlato di “fiducia nel futuro anche in un momento così difficile per l’imprenditoria”; “è arrivato il momento di acquisire la consapevolezza che la crisi fa danno e i danni si vedranno: è arrivato il momento si dare una svolta, ora o mai più – ha dichiarato -.
Se da un lato le banche, come afferma Giopp “promettono di coprire quella fascia di mercato meno servita di come meriterebbe”, c’è una frase che può riassumere le politica da perseguire in un momento di crisi, che è quella coniata da Colomban: “Allarghiamo di più le intelligenze che le fabbriche: deve entrare nel mondo dell’imprenditoria la convinzione che la materia grigia sta diventando fondamentale, più che la materia prima”.
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