Durante Infinitamente Frederick Mario Fales, professore di Storia del vicino oriente antico all’università di Udine, ed Elisabetta Ponchia, professoressa di storia del vicino oriente antico dell'Ateneo scaligero, ci hanno accompagnato in un viaggio all’interno della civiltà mesopotamica in una tavola rotonda dal titolo “Scrittura, logica, metafisica. Le tappe della mente nel vicino Oriente Antico.” A moderare la conferenza è stata Elena Cardinali, giornalista del quotidiano L'Arena.
Un viaggio nell'impero mesopotamico. Durante questo viaggio i relatori hanno presentato un quadro delle conoscenze sviluppate all’interno dell’impero mesopotamico e degli strumenti utilizzati per diffonderle. I mesopotamici hanno acquisito molte delle loro conoscenze grazie a diversi tipi di divinazione. Praticando l’astrologia, per esempio, e rimanendo per questo motivo a lungo ad osservare il cielo ed a registrarne i cambiamenti hanno sviluppato ampie conoscenze astronomiche. Praticando l’epatoscopia e l’estispicina, ossia analizzando le anomalie del fegato di animali sacrificati per trarne dei presagi, hanno imparato molto sulla struttura del fegato. Infine attribuendo a divinità diverse la causa di malattie diverse hanno dimostrato di aver intuito che la causa delle malattie era esterna all’organismo: una visione della medicina molto vicina a quella odierna e che sta alla base della capacità di fare diagnosi.
La diffusione di conoscenze. Tutto questo bagaglio di conoscenze veniva diffuso attraverso il parlato e la scrittura. Del parlato sono rimaste poche testimonianze, mentre molto di più è rimasto della scrittura, che qui è nata e si è evoluta: a partire dalle prime tavolette in argilla con pochi segni cuneiformi si è arrivati fino a tavolette con poemi complessi come quello di Gilgamesh. La scrittura è stata molto importante in Mesopotamia perché le “cose” si conoscevano nella misura in cui ne veniva registrato il nome e quello che non veniva registrato non esisteva: per questo motivo sono state trovate moltissime liste di segni sulle tavolette d'argilla, come la lista delle professioni per citare solo un esempio.
Cosa è rimasto. Dopo aver illustrato la ricchezza culturale di questo impero, i relatori hanno messo in luce che, purtroppo, ben poco di tutto questo è stato tramandato ai greci. Questo sia perchè i greci non erano in grado di leggere i segni cuneiformi sia perchè hanno sempre svilito la civiltà mesopotamica. Ancora oggi è difficile capire che cosa di questa civiltà sia arrivato alle civiltà successive.