E' stata presentata la rassegna di incontri "rESISTERE com-passione. Vivere insieme la città", a cura della Facoltà di Scienze della Formazione, dell'Associazione Monastero del Bene Comune, della Comunità Stimmatini di Sezano, dell'Associazione Mimesis e della Parrocchia San Nicolò all'Arena. La settimana con Antonietta Potente vuole essere uno spazio di libertà per pensare e immaginare una città diversa, e un'occasione per una riflessione comune sul come vivere insieme lo spazio dove non sia più facile elevare muri ma costruire "ponti".
L'idea dalla quale nasce il ciclo di incontri. Dopo il saluto di Luigina Mortari, vicepreside della facoltà di Scienze della Formazione, che ha sottolineato come l'Università degli Studi di Verona debba essere «non un luogo chiuso di divulgazione del sapere, ma un punto di riferimento per la generazione di azioni radicali per il territorio, di iniziative che sono linfa vitale per il territorio», Antonia De Vita, docente di Filosofia della formazione, ha sottolineato il senso del coinvolgimento dell'ateneo. «Il dovere istituzionale come Facoltà di formazione è, appunto, formare gli studenti, i giovani, ma anche i cittadini, a riappropriarsi della dimensione umana, dell'esperienza. L'idea di ospitare Antonietta Potente sta nella riumanizzazione del mondo, contro l'alienazione e le difficoltà di rielaborare l'esperienza».
Gli interventi degli organizzatori. Marco Campedelli, parroco di San Nicolò all'Arena, parla di «chiese come luoghi dove pensare». «Spesso l'immaginazione è ostacolata dalla paura, e una città molto religiosa non è sufficiente per vivere appieno una religiosità della vita. Bisogna chiedersi quando il Vangelo si traduca nella vita in atteggiamenti veri di accoglienza». Alessandro Mazzer, presidente dell'Associazione Monastero del Bene Comune, ha sottolineato la tematica dell'acqua come tema centrale dell'incontro di apertura della settimana. «L'accesso all'acqua è un diritto in quanto bene comune, Antonietta Potente parlerà della riconquista di questo bene messo in discussione dieci anni fa a Cochabamba, in Bolivia, dove ha vissuto in prima persona la prima guerra contro la mercificazione dell'acqua che deve essere diritto primario delle persone». Silvano Nicoletto, responsabile della comunità stimmatini di Sezano, pensa a uno sguardo etico sulla vita per immaginare nuovi scenari per l'umanità. «Sezano si colloca come spazio di accoglienza e ospitalità, per promuovere la città della promessa, città come sposa, aperta e bella contro l'immagine della città bunker destinata all'implosione».
Il programma. Marco Danielon, scultore-cesellatore, e un gruppo di artisti veronesi (Bruno Novelli Fontanesi, pittore, Luciana Chiumenti, pittrice, Fabio Dalla Rosa e Bernardette Hoppe, ceramisti del laboratorio Terredistelle, Federica e Michele Ganzarolli, restauratori d'arte) guideranno i partecipanti a Sezano in un percorso di risveglio dei sensi per dar forma agli spazi della città promessa, attraverso il contatto con la natura, dove la città diventa giardino per, secondo Antonietta Potente, recuperare la dimensione circolare della vita. Il programma completo è stato presentato durante la conferenza stampa ed è consultabile sul sito del Monastero del Bene Comune e sull'agenda di Combonifem.