Si terrà sabato 6 novembre, a partire dalle 9.30, nell’auditorium della Facoltà di Giurisprudenza il convegno dal titolo: “La gestione del servizio idrico integrato: prospettive e problematiche tra ricorso al mercato e gestione pubblica”. L’evento è promosso dall’Università di Verona in collaborazione con Ingegneria senza frontiere di Verona, il Comitato Veronese Acqua bene comune e il forum italiano dei movimenti per l’acqua.
A seguito della recente evoluzione normativa sulla gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza industriale, tra cui il servizio idrico integrato, il dibattito pubblico e politico sul tema della gestione della risorsa idrica come “oggetto di mercato e privatizzazione” si è arricchito di numerosi interpreti che hanno posto all’attenzione pubblica diverse problematiche: tecniche, socio-economiche, etiche. Il diffuso interesse pubblico alla recente campagna referendaria, avvallata da 1.400.000 firmatari, testimonia l'importanza della "questione acqua", che va affrontata in modo unitario, senza trascurare la salvaguardia della quantità e della qualità della risorsa comune.
«Lo scenario in Italia, e in particolare nel Centro-Nord, vede da oltre 10 anni la tendenza a processi di aggregazione delle utilities industriali di gestione dei servizi pubblici locali – spiega il professor Giancarlo Corò, tra i relatori del convegno-. Questo fenomeno è guidato soprattutto dalla ricerca di economie di scala nella produzione di energia e approvvigionamento di gas, che ha portato alla creazione di alcuni gruppi industriali di livello europeo. Il Nord Est si è finora mostrato meno dinamico nelle aggregazioni, anche se quest'anno è stato annunciato il programma di fusione tra Acegas-Aps e Linea Group con la creazione di un gruppo di 1 miliardo di euro di fatturato. Piuttosto attiva è stata anche Ascopiave, sia attraverso acquisizione dei rami vendita e distribuzione gas di aziende locali, sia attraverso alleanze internazionali. Tuttavia, i servizi pubblici locali non sono tutti uguali e la gestione dell'acqua ha maggior legame con il territorio e minor effetto scala, come evidente anche nello scenario veneto dove il servizio idrico integrato è gestito da circa 30 aziende».
«L'Università di Verona, in collaborazione con l'associazione Ingegneria Senza Frontiere di Verona e il comitato veronese Acqua Bene Comune, vuole dare il proprio contributo alla discussione sulla migliore gestione possibile del servizio idrico integrato – precisa la commissione ambientale di ateneo presieduta dal Prorettore Bettina Campedelli -. Occorre puntare su un approccio fondato su dati ed evidenze storiche e attuali».
Ad aprire l’incontro, moderato da Franco Cecchi, docente di impianti chimici all’ Università di Verona e direttore del master interuniversitario in Ingegneria Chimica Ambientale, , sarà il Prorettore dell'ateneo veronese, Bettina Campedelli. Dopo l’intervento introduttivo, prenderà la parola Donata Gottardi, direttore del dipartimento Scienze giuridiche che tratterà del tema dell’acqua come bene comune nella prospettiva del Diritto europeo. Andrea Guerrini, docente di Economia aziendale dell’università, parlerà dei fattori che influenzano la performance nella gestione dell’acqua in Italia. Il docente Antonio Massarutto, dell'Università di Udine, tratterà il tema dell’economia dell’acqua mentre Marco Manunta, magistrato del Tribunale di Milano, chiarirà le prospettive per una gestione pubblica. In chiusura riprenderà il tema della gestione nel contesto veneto Giancarlo Corò, docente dell’Università “Cà Foscari” di Venezia.