Verona ambasciatrice della promozione della salute a favore delle fasce di popolazione disagiate. Protagonista la Facoltà di Scienze Motorie attraverso la partecipazione come partner attivo ad un progetto finanziato dall’Unione Europea, Healthy Children in Healthy Families, nato nel 2010 e che terminerà a luglio 2013. Al progetto partecipano anche la Danimarca, la Norvegia, il Belgio, il Regno Unito la Croazia e la Spagna; il partner associato della Facoltà è il centro regionale di riferimento per la promozione della salute.
Miglior dialogo e rafforzamento delle capacità d'azione. Scopo del progetto è quello di agire a favore della diminuzione del numero di bambini e ragazzi che soffrono di scarsa salute in Europa attraverso il rafforzamento delle capacità d’azione delle autorità nel processo di cooperazione con le organizzazioni attive nelle aree socialmente problematiche. L’obiettivo è quello di ottenere un miglior dialogo con i soggetti bisognosi di migliorare la propria salute ma che non ne hanno l’opportunità, creando un contesto favorevole.
Promozione dello sport nella popolazione giovane. “Il nostro lavoro è costantemente diretto a promuovere le pratiche di buona salute – sottolinea Federico Schena, coordinatore del progetto in Italia – l’unicità di questo progetto sta nel fatto che questo lavoro viene fatto per le fasce di popolazione che vivono un disagio sociale, in particolare i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie”. Ecco che il ruolo dello sport assume valenze importantissime. Promuovere lo sport nella popolazione giovane con disagio relazionale significa investire: in salute e arginare la continua crescita delle spese sanitarie, in attività educative che migliorano l’autonomia; significa anche affermare il diritto di ogni individuo, al di là dei limiti personali, di esprimere attitudini, desideri e di essere inserito in una rete di rapporti non solo familiari”.
Scienze motorie parter accademico. La facoltà è il partner accademico del progetto e svolge un ruolo peculiare per la costruzione di basi future a sostegno delle politiche per la promozione dello sport e della salute. Il suo compito è quello di fornire gli strumenti teorici e pratici per la formazione accademica di tutors volontari che lavorino a stretto contatto con la popolazione target. “L’aspetto interessante è anche il carattere di autonomia che, una volta concluso il progetto, assumerebbe la rete di partner attivi in questo contesto – aggiunge Schena -. Le università e i Comuni si baserebbero così sul volontariato e, in questo modo, un simile sistema non richiederebbe troppe risorse finanziarie o strutturali, ma si appoggerebbe a gruppi di volontari già esistenti ed attivi o che lavorano già nelle scuole con i gruppi di bambini immigrati.