Non è mai troppo tardi per battere un record mondiale. Lo dimostra il progetto di Battista Marchesi che dal 26 aprile, giorno del suo 69esimo compleanno, è impegnato nell’estrema impresa di percorrere più di 19 mila chilometri in 260 giorni. Il tutto costantemente monitorato dai ricercatori della facoltà di Scienze Motorie dell’università. Per 9 mesi Marchesi percorrerà circa 74 chilometri al giorno, che, ad una velocità media di 8 chilometri orari, equivale a 10 ore giornaliere di corsa, sulla pista ciclabile Valle Camonica di Lovere sul Lago d’Iseo. Per i ricercatori di Scienze Motorie si tratta della seconda esperienza di monitoraggio dell’attività fisica nelle persone anziane. La facoltà scaligera aveva infatti affiancato l’impresa “Guya trekking 2009” del sessantenne Manfredi Salemme nel suo percorso lungo 2300 chilometri da Trieste a Ventimiglia.
"Una prestazione limite". Il Centro di preparazione alla maratona della facoltà di Scienze Motorie dell’Ateneo, diretto da Federico Schena, ordinario di Metodi e didattiche delle attività sportive, misurerà gli scambi energetici, l’efficienza della corsa ma anche lo stato psicologico dell’atleta attraverso interviste e questionari. “Si tratta di una prestazione limite – ha spiegato Federico Schena – perciò l’interesse scientifico è molto alto. È fondamentale comprendere come una persona sia in grado di sostenere uno sforzo così importante dal punto di vista organico e muscolare ma anche da quello psicologico.”
Educazione motoria per gli over 55. Il Centro per la preparazione alla maratona assieme al laboratorio di Biochimica clinica della facoltà di Medicina, diretto da Gian Cesare Guidi, ordinario di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica, da tempo si occupano dell’educazione motoria rivolta agli over 55. “È un’occasione unica per capire quali possono essere le strategie motorie e motivazionali più adatte per incentivare anche le persone nella fase più matura della vita a diventare più attive nel tempo” ha illustrato Schena.
Il terzo tentativo da Guinness per Marchesi. Marchesi aveva tentato altre due volte di cimentarsi in quest’impresa. Nel 2009, il primo tentativo di assalto al record mondiale di 19.100 km detenuto dal francese Serge Girard, verrà interrotto dopo che uno smottamento di roccia investirà l’ultramaratoneta bergamasco. Ci ha riprovato poi nel 2010 ma ha dovuto abbandonare l’impresa per un’infiammazione al tendine. Proprio per evitare simili problemi fisici un team di specialisti terrà sotto controllo la salute di Marchesi. Oltre a seguire l’impresa, l’impegno della facoltà scaligera ha un respiro più ampio. “Il nostro obiettivo è quello di comprendere come un organismo sia in grado di gestire una situazione limite, come il fisico muta e si adatta per sostenere uno sforzo – ha spiegato Schena – per arrivare a formulare dei consigli pratici per aumentare la capacità di tenuta nel tempo.”