A vent’anni dalla sua scomparsa, Verona ricorda Nino Cenni, eclettico cultore della veronesità, con un convegno dedicato all’uomo, al giornalista, al maestro e scrittore che si è tenuto il 28 maggio nella Società Letteraria di piazzetta Scalette Rubiani. L´iniziativa è stata promossa dal dipartimento Tesis, Tempo, spazio, immagine e società dell´università di Verona in collaborazione con la Società Letteraria, che dopo la scomparsa di Adriana Baistrocchi, consorte di Cenni, ha accolto in un fondo opere e ricordi dello scrittore. Il convegno è realizzato con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti del Veneto.
Al centro del convegno un’indiscusso protagonista culturale della Verona della seconda metà del Novecento, il maestro elementare che fece del suo lavoro di educatore una vocazione e il giornalista e scrittore che seppe raccontare la sua città con rara competenza ed eleganza. Sono intervenuti Maria Fiorenza Coppari, organizzatrice del convegno, Daniela Brunelli, Ernesto Guidorizzi, Giuseppe Brugnoli, Gian Paolo Marchi, Giovanni Padovani, Stefano Bianchi. Gian Paolo Romagnani, direttore del dipartimento Tesis ha chiuso l’appuntamento con un intervento dedicato alla «Pedagogia della cittadinanza: il contributo dei maestri all´identità italiana, dall´Italia post risorgimentale di Edmondo De Amicis alle lezioni televisive del maestro Alberto Manzi».
Antonio Cenni nacque a Verona nel 1922. Il soprannome Nino, ricevuto sin dall’infanzia, lo accompagnò durante la sua attività di maestro elementare svolta in contemporanea con l´attività di collaboratore del quotidiano L´Arena in qualità di raffinato esperto di antiquariato e di «veronesità». Autore di opere come “ La Verona ” di ieri, pubblicato dalla Cassa di Risparmio, la collana per la scuola “Conosci la tua Provincia?” e “Il tempo e la storia”, Cenni seppe ridare vita alla Verona del passato. Cenni fu docente per circa dieci anni all'Università della terza età. Nel 1979 fu insignito dalla Municipalità del Premio Città di Verona e poco prima della sua scomparsa, della medaglia d'oro del quotidiano “L'Arena”. Il suo nome nel 2011 è stato inscritto nella lapide del sacrario del Cimitero Monumentale cittadino intitolato ai Veronesi “Ingenio Claris” quale “cultore della Veronesità”. Il convegno renderà omaggio anche alla moglie Adriana che gli fu accanto condividendone gli interessi e l´amore per la cultura.