Formare laureati con capacità di analisi e pianificazione orientate all’innovazione e in grado di padroneggiare metodologie sperimentali. È questo l’obiettivo del corso di laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche dell’ateneo, che prepara laureati che potranno essere inseriti sia in posizioni direzionali organizzative, tecnico-gestionali e commerciali della filiera vitivinicola che in realtà imprenditoriali aziendali di produzione o di indotto, in laboratori d’analisi, consorzi e associazioni di categoria e in organizzazioni pubbliche di settore. Ne abbiamo parlato con Zeno Varanini, docente di Chimica agraria e presidente del Collegio didattico del corso.
In una battuta, perché iscriversi a questo corso di laurea? In cosa si differenzia, quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono, e cosa lo rende competitivo?
La risposta più facile è che a un anno dalla laurea il 75-80% dei laureati trova lavoro. Chiaramente però, si deve iscrivere al corso chi si sente portato ad approfondire da un punto di vista scientifico e tecnico i temi relativi al mondo della vite e del vino. Pur avendo una solida componente scientifica, il corso è a carattere professionalizzante e si inserisce un territorio che concentra il 60% della produzione della regione Veneto di vini Doc e Docg, e rappresenta tutte le tipologie di posizionamento strategico dei potenziali segmenti di mercato.
Ci può indicare, con qualche parola chiave, perché uno studente dovrebbe iscriversi a questo corso di laurea? Curiosità e passione per gli aspetti scientifici, tecnologici e gestionali legati al mondo vitivinicolo.
In base alla sua esperienza personale, ha consigli, suggerimenti o punti da evidenziare sul corso? Motivazione, interesse e studio assiduo sono garanzia di successo.
27.07.2016