L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in collaborazione con la Società italiana di reumatologia (Sir) e la Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro (Siommms), ha presentato lo scorso 11 novembre a Roma un algoritmo decisionale per favorire la razionalizzazione e l’appropriatezza della terapia anti-osteoporotica. L’algoritmo consente una rapida valutazione del rischio di frattura del paziente, l’identificazione dell’opportunità o meno di un trattamento farmacologico, del farmaco più indicato e delle competenze prescrittive (medico di medicina generale o specialista), secondo i criteri della Nota 79 dell’AIFA. Presente alla conferenza stampa Maurizio Rossini, direttore della Scuola di specializzazione in Reumatologia dell'ateneo.
Quello presentato è il quarto algoritmo Aifa dopo quelli per l’Hcv, il diabete di tipo 2 e l’ipertensione. “Il nuovo algoritmo – spiega il professor Rossini – è uno strumento che consente maggiore applicabilità del trattamento appropriato dell'osteoporosi nella pratica clinica, fornendo un supporto informatico che potrà semplificare il complesso lavoro dei medici. Inoltre consentirà una più corretta e più accurata percezione del rischio da parte del paziente, che potrà contribuire a una maggiore aderenza al trattamento”.
L'algoritmo si propone di fornire agli operatori sanitari e ai pazienti uno strumento di razionalizzazione e appropriatezza della terapia anti-osteoporotica e di aumentare la percezione del rischio di frattura e quindi l’aderenza al trattamento. Tra le caratteristiche principali del nuovo algoritmo appare la presenza di link per approfondimenti diagnostici o per la corretta interpretazione dei risultati degli esami clinici, secondo le più recenti linee guida nazionali e internazionali delle maggiori società scientifiche competenti. L’obiettivo è di arrivare a identificare la strategia terapeutica più corretta e appropriata, anche se la decisione finale spetterà sempre al giudizio del clinico.
L’osteoporosi è una malattia di grande rilevanza sociale: 3 milioni di donne e quasi 1 milione di uomini sono affetti da osteoporosi, dato in aumento nei prossimi 20 anni. Solo nella popolazione italiana con età superiore ai 50 anni, il numero di fratture al femore in un anno, risulta essere superiore a 90.000. Le fratture vertebrali si riscontrano invece nel 20% dei soggetti con più di 65 anni. Infine, è stimabile che il costo annuale per le sole fratture di femore sia di oltre 1 miliardo di euro. Come è stato sottolineato ancora una volta, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale: si attua tramite interventi non solo farmacologici, come la correzione dei fattori di rischio per osteoporosi e/o per frattura.
24.11.2016