A quasi quattro anni dal referendum sulla Brexit, il Regno Unito esce ufficialmente dall’Unione Europea. Dal primo febbraio, infatti, inizierà un periodo di transizione per definire i termini del divorzio con Bruxelles. Roberta Facchinetti, docente di Lingua e linguistica inglese al dipartimento di Lingue e letterature straniere dell’ateneo, interviene a commento dell’addio che segna una svolta nella storia europea.
“Nella memoria del Regno Unito e dell’Unione Europea due date resteranno indelebilmente scolpite: 23 giugno 2016 – giorno del referendum Brexit – e 31 gennaio 2020, data in cui il Regno Unito si è ufficialmente dis-unito dall’Unione. In mezzo quasi quattro anni di paradossi degni dell’autoironico umorismo inglese, a cominciare dall’avvicendarsi degli ultimi tre primi ministri: David Cameron, che si dimette a causa di quel referendum da lui stesso promosso; Theresa May, eletta per realizzare la Brexit contro cui lei stessa aveva votato; e il vulcanico Boris Johnson che – visto il fallimento della May – appena insediato, fa firmare ad una (quasi) inconsapevole Regina il decreto di chiusura del Parlamento, mandando così in vacanza tutti pur di realizzare la Brexit indisturbato. E in questi quattro anni il popolo europeo più affezionato alla privacy si è mostrato in mondovisione con scontri interni e appassionate invettive.
A ben vedere, però, nei loro 47 anni di partecipazione all’alleanza pan-europea, gli inglesi non sono mai stati fino in fondo partigiani dell’UE: avvinghiati alla loro moneta forse più Regina della stessa Elisabetta, coerenti fino al midollo alla loro Englishness insulare e con lo sguardo sempre rivolto a oceanici orizzonti, in un solido sodalizio con gli altri paesi anglofoni.
Così ora la lingua prevalente nell’Unione Europea si ritrova ad essere extra-comunitaria; il popolo che si gloria di non subire invasioni da più di 800 anni lascia un’Unione nata anche per scongiurare nuove guerre e invasioni; e la nazione che nei secoli ha dato il via a rivoluzioni politiche, religiose e industriali di rilevanza mondiale si è fatta pioniera di un nuovo azzardo, aprendo(si) nuovi scenari nel mondo e facendo sorgere amletici dubbi su chi ha sbagliato e chi ha azzeccato”.