È in programma venerdì 19 febbraio alle 17 l’inaugurazione online della mostra “Ricucire distanze e luoghi: per una quotidianità condivisa” (RiCu). La mostra, ospitata al Museo africano, è espressione di un progetto di ricerca-azione di durata biennale promosso dall’università di Verona nell’ambito del Joint Project 2018: “Mending Distances, Connecting Places: Sharing Everyday Life”, coordinato da Anna Paini, docente di antropologia del dipartimento di Culture e civiltà. I partner che hanno partecipato al JP 2018 RiCu sono Alteritas; Associazione Ad Maiora; Associazione fotografica Verona OFF; Fondazione Nigrizia Onlus con Museo africano; Cestim; Cooperativa Tinlè e Cospe Onlus.
Nati dall’interesse di promuovere forme di convivenza e mutuo riconoscimento tra richiedenti asilo e comunità accoglienti, il progetto e la mostra muovono dalla necessità di restituire centralità e capacità narrativa ai vissuti individuali dei richiedenti asilo. L’intento è di sottrarre la loro storia di vita alle generalizzazioni della cronaca per riconsegnarla alla dimensione soggettiva, in cui il confronto tra visioni del mondo e saperi possono aprire spazi di incontro. I protagonisti sono 5 giovani sarti richiedenti asilo e un artista curdo. Partiti da Iraq, Togo, Gambia, Senegal le loro strade si sono incrociate a Verona, dove nell’ambito del JP 2018 RiCu hanno dato vita a un progetto condiviso con alcune associazioni del territorio.
I linguaggi e le pratiche etnografiche, visive, artistiche messi in campo in questo percorso durato 2 anni hanno consentito di realizzare manufatti tessili esteticamente belli, simbolicamente densi per i rimandi al viaggio migratorio che incorporano e per gli inediti spazi di quotidianità condivisa che evocano. La creatività artistica, avvalendosi della riflessione antropologica, riesce a esprimere un ‘fare insieme’ materico, che suscita una maggior consapevolezza e un desiderio di conoscenza reciproca. Lo scambio di esperienze e il riconoscimento di competenze restituisce valore ai saperi acquisiti nei contesti di partenza e portati con sé nel viaggio migratorio, arricchendo tutti i soggetti coinvolti. La realizzazione dei manufatti tessili diventa così strumento per l’abbattimento delle distanze tra culture diverse e simbolo di ricomposizione dei frammenti della propria vita in un contesto nuovo.
Sarà possibile partecipare all’inaugurazione venerdì 19 febbraio, direttamente dalla Sala di esposizione del Ma, collegandosi al webinar Zoom o seguirla in diretta live sul canale YouTube dell’Università.
Dal 23 febbraio la mostra sarà visitabile, su prenotazione, prendendo accordi con la Segreteria del Museo africano al numero 045-8092199 o scrivendo una mail a info@museoafricano.org. Ricordiamo che secondo la normativa vigente anti covid della Regione Veneto, l’apertura dei Musei è garantita solo nei giorni infrasettimanali. Per informazioni sulla mostra: Museo africano info@museoafricano.org www.museoafricano.org tel. 0458092199