Tutte le estati gli scaffali di supermarket e farmacie si riempiono di flaconi di crema solare. L’acquisto è divenuto in pochi anni un vero e proprio rito pre-vacanza: un viaggio tra decine di prodotti, stereotipi difficili da controllare e metodi più o meno efficaci ed economici non solo per schermarsi dai raggi UV ma per abbronzarsi in fretta. Abbiamo chiesto alcuni consigli “pre-esposizione solare” a Giampiero Girolomoni ordinario di Dermatologia clinica e direttore dell’unità operativa in Dermatologia clinica dell’Ospedale Maggiore di Verona.
Un posto al sole, è davvero per tutti o alcuni sono esclusi?
Il sole è come l’alcol, come il vino: a poche dosi va bene. In generale perché faccia bene ne basta poco. Il problema sostanziale è che l’abbronzatura viene proposta quale modello di uno stereotipo estetico positivo e l’essere “molto abbronzati” è divenuto un sinonimo di salute e benessere economico. Un presupposto di questo genere induce molte persone, che non possono permettersi un’esposizione graduale e continuata, a raggiungere l’ambita tintarella con modalità sciagurate.
E le conseguenze, quali i rischi di un’eccessiva esposizione ai raggi solari?
Fondamentale è evitare la scottatura: perché se reiterata favorisce il melanoma. La proporzione diretta dell’insorgenza del melanoma è infatti legata al numero di scottature. Ed assolutamente da evitare è la scottatura nei bambini. Il melanoma ha una relazione molto lenta e la latenza tra scottature e melanomi è di decenni. Bisogna considerare che come in tutti i tumori non è solo la scottatura la causa – ma solo uno dei fattori riconosciuti essenziali ed evitabile. In Australia, dove l’incidenza del melanoma è molto elevata, una strategia è stata quella di ridurre specificamente il livello di abbronzatura delle modelle che appaiono nelle riviste e nei manifesti: perché quello è il riferimento culturale. “Se ad un certo punto dicono che è desiderabile una donna con la pelle bianca piano piano la gente si adegua a quel modello”. Perché, chi l’ha detto che è bello essere abbronzati?
Quindi la soluzione è nello spalmarsi di creme solari?
In effetti un ulteriore aspetto di tutto questo parlare del “sole e non sole” è l’aver enormemente spinto il mercato delle creme antisolari. Una volta era una cosa rara che ci si mettesse le creme , adesso la gente le vuole, le cerca. È un atteggiamento sbagliato perché la gente si applica le creme per star di più al sole. Le persone utilizzano le creme non per scottarsi meno ma per rimanere maggiormente esposti. E siccome vi è la paura di non abbronzarsi ci si mette meno protezione di quanta ne sarebbe indicata. Perché la crema sia utile deve essere riposizionata spesso (almeno ogni due ore), ancor più spesso se il corpo suda o se si è a contatto con l’acqua. La crema ha senso quando si ha una patologia cutanea in cui il sole è “quasi” da evitare. Ma quelle sono eccezioni.
Niente crema e poco sole, ricordando che l'abbronzatura non è altro che la conseguenza di un meccanismo naturale di difesa della pelle. Quali i trucchi per evitare le scottature ai bambini?
Per il bambino deve essere messa una maglietta, protezione fisica non chimica. Una magliettina preferibilmente scura o colorata. Non bianca perché i raggi passano comunque attraverso le sue trame e mettere la “cremina” nei posti scoperti.
Prima di partire per le vacanze è utile un controllo dermatologico?
È un controllo che deve essere fatto regolarmente una volta all’anno ma senza allarmismi. Non ha senso fare il controllo dermatologico prima di partire.