Le donne sono sempre una risorsa, non solo in periodo di crisi. E' il pensiero condiviso da tutti gli ospiti presenti al convegno di apertura dell'8 marzo al Polo Zanotto “Donna: una risorsa contro la crisi”. L'iniziativa è stata promossa dal Consiglio degli studenti presieduto da Omar Rahman e hanno partecipato Perla Stancari, prefetto di Verona, Bettina Campedelli, prorettore dell'ateneo, e Emanuela Lucchini, amministratore delegato di Ici caldaie e l'assessore alle Pari opportunità del Comune Vittorio Di Dio.
Donne e università. “Il mondo universitario è ancora molto maschile – ha fatto presente Bettina Campedelli – In Italia su 58.000 ricercatori solo il 35 per cento sono donne. E solamente il 20 per cento dei professori ordinari sono donne. A Verona rappresentano il 22 per cento. Tra le giovani generazioni si nota però una tendenza diversa, visto che il 60 per cento dei dottorati di ricerca è costituito dalle donne. Penso che ogni impresa, università, ente possa sviluppare strumenti di conciliazione per favorire l'occupazione femminile, come gli asili aziendali.” Campedelli ha concluso il suo intervento ricordando che la passione e il desiderio di approfondire creano un senso di appartenenza da sviluppare e da perseguire, un valore che può fare la differenza. “Il domani è donna”.
La conquista dei diritti. Nel corso del dibattito su questioni come la difficoltà a conciliare lavoro e famiglia e la possibilità di emergere nei posti chiave della società, Perla Stancari ha ricordato come le donne abbiano fatto molta strada sul piano dell'acquisizione dei diritti, ma come ne manchi per arrivare ad una effettiva parità nei vertici. “Nella carriera prefettizia – ha detto Stancari – il numero delle donne ha superato quello degli uomini, ma quello delle donne nominate prefetto è ancora molto inferiore. Se si decide di impegnarsi in ruoli di responsabilità bisogna accettare delle rinunce, anche nella vita privata, e dedicarsi a tempo pieno nel lavoro”. Perla Stancari ha spiegato che è importante ricordare un'altra data che ha segnato una svolta per l'emancipazione femminile, il 19 maggio del 1975, quando venne introdotta la riforma del diritto di famiglia. “Da quel giorno ogni donna ha avuto la possibilità di avere un'identità separata da quella del marito, di poter decidere in modo autonomo della propria vita. Non si può avere dignità nell'ambito familiare se non la si ha nell'ambito sociale”.
Impegno, sacrificio, organizzazione. “È fondamentale essere determinate in ciò che si fa – ha dichiarato Emanuela Lucchini – Chi s'impegna deve sempre tendere all'eccellenza. Se si sceglie il lavoro si deve capire che bisogna dedicarvi tempo, energie e sapersi organizzare. Con i figli l'importante è esserci al momento giusto. Le donne che lavorano devono poter usufruire di servizi adeguati, come asili e doposcuola. L'importante è avere chiare le scelte da fare e farle con responsabilità. Non si può far carriera lavorando part time. Nulla di male se lo si sceglie ma si capisca che per la professione implica dei limiti.” È una constatazione che quando le donne occupano posti di rilievo, le cose vanno meglio dal punto di vista economico e finanziario – ha ribadito Di Dio – Siamo qui per per ascoltare le donne, per capire se dalla crisi possono nascere delle opportunità. In un paese avanzato come il nostro le donne devono essere valutate per le loro effettive capacità ed è giusto che ricoprano ruoli importanti se conquistati con l'impegno e l'efficienza.”