Gino Barbieri, l’intellettuale veronese, è stata ricordato nel centenario della nascita durante il convegno scientifico “Il declino del capitalismo e degli ideali economici degli italiani” che si è tenuto venerdì 29 ottobre al Silos di Ponente e organizzato da Sergio Noto, docente di Storia delle Imprese del dipartimento di Scienze Economiche. Di questa sua capacità di far convivere l’attività accademica ad alti livelli con una grande sensibilità sociale e civile hanno parlato relatori autorevoli di fronte ad una platea composta da colleghi e allievi di Barbieri, cittadini e studenti. Ad aprire il pomeriggio di studi il rettore Nicola Sartor che ha sottolineato la sorprendente modernità del pensiero dell’intellettuale che aveva colto una stretta connessione tra crisi etica e crisi economica. Un pensiero che non temeva di ricorrere a considerazioni sociali e culturali nell’analizzare i fenomeni economici così come è emerso dalle testimonianze di Paolo Bedoni presidente di Cattolica Assicurazioni, Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare e Giovanni Sala vicepresidente di Fondazione Cariverona.
Invitati a partecipare all’evento per entrare nel merito dell’opera di Barbieri anche studiosi di livello internazionale quali Giovanni Federico dell’università di Pisa, che è intervenuto su “La crescita economica in Italia: una prospettiva di lungo periodo”, David Colander del Middlebury College con “The future of Capitalism”, Lorenzo Ornaghi dell’università Cattolica Sacro Cuore di Milano con la relazione “Gino Barbieri nell’università di intelligenza cattolica di padre Agostino Gemelli” e il contributo di Vitantonio Gioia dell’università del Salento con “Gino Barbieri: Werner Sombart e il contributo della scuola storica tedesca dell’economia”.
L’occasione è stata arricchita dalla presentazione della pubblicazione, in duplice edizione italiana e inglese, della sua opera più importante “Gli ideali economici degli Italiani alla fine dell’età moderna” datata 1940 e pubblicata da Olschki, Firenze e che il pubblico presente ha potuto apprezzare anche grazie all’introduzione di David Colander , uno dei massimi storici del pensiero economico viventi . Un’opera in cui si evince la capacità dell’autore di individuare, con riferimento al Cinquecento i fattori del declino economico italiano, che di questi tempi come allora assumono le sembianze di scorciatoie finanziarie al profitto.
Gino Barbieri, nato a Legnago nel 1913 e morto nel 1989, fu uno degli intellettuali veronesi di maggiore prestigio nel corso del XX secolo. Giovanissimo docente di storia economica, formatosi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano sotto la guida di Amintore Fanfani, insegnò nelle università di Cagliari, Bari, Padova e Verona. Studioso di fama internazionale, diresse per molti anni la rivista “Economia e Storia” e fu il primo presidente della Società Italiana degli Storici dell’Economia, della quale fu promotore e fondatore. Unì all’attività accademica al massimo livello una grande sensibilità sociale e civile che tra l’atro concretizzò nell’attività di banchiere, prima come vicepresidente della Banca del Monte di Milano, poi come presidente della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno.