Start-up, tecnologia, giovani e lavoro, questi alcuni dei temi toccati venerdì 12 agli incontri di panorama d'Italia: “Pensare al lavoro, creare il lavoro” e “Fare star-up in Veneto si può”. Numerose le voci che si sono susseguite durante la mattinata per discutere, da molteplici punti di vista, i temi caldi in materia di lavoro e occupazione giovanile, da tutti però lo stesso consiglio: aprirsi alla mobilità, alla flessibilità e specializzarsi il più possibile.
Tra i relatori dell’incontro di apertura il rettore dell’ateneo Nicola Sartor, Ettore Riello presidente di Veronafiere, Giuseppe Riello, presidente di Camera di Commercio di Verona, Cristina Farioli di Ibm, Rosario Rasizza di OpenjobMetis. In primo piano il rapporto tra i giovani studenti universitari e il mondo del lavoro, in particolare il rettore Sartor, alla domanda cosa fa l'università per mettere in contatto i giovani con le aziende ha risposto “Il ruolo dell’università è quello di formare al meglio i ragazzi che transitano da noi e adattare i nostri percorsi formativi a un mondo che cambia, ciò che facciamo con regolarità. L’altro aspetto importante e che non va dimenticato è il contributo che l’ateneo riserva all’impresa nel momento in cui attraverso i nostri centri e gruppi di ricerca operiamo attraverso i progetti di ricerca di base, ma anche nelle attività di trasferimento tecnologico. A questo proposito, l'11 settembre il nostro consiglio di amministrazione ha allocato 900 mila euro a sostegno di progetti di ricerca congiunti in cui un partner non deve essere universitario. In questo modo cofinanzieremo 28 progetti di ricerca, soprattutto nel settore delle biotecnologie, in collaborazione con soggetti del territorio, aziende italiane e straniere”.
Durante il secondo incontro “Fare star-up in Veneto si può” il tema è stato quello delle nuove aziende che lavorano soprattutto nell'ambito tecnologico. A portare la propria testimonianza di successo, oltre ad un colosso dell'information technology, Ibm, anche imprese che sono riuscite, dopo la fase di start, nascita, a crescere e quindi passare alla fase dell'up. Tra queste Geekville, Talent garden, Atlantech, Julia, Italiacap e Computer science park. “L’appuntamento – ha spiegato Franco Fummi, direttore del dipartimento di Informatica – è stato l’occasione per presentare Computer Science Park, un ambiente nato in ateneo in cui è possibile creare start-up in ambito informatico che vengono supportate dal Dipartimento di Informatica lungo il loro percorso di nascita ed evoluzione. Uno strategico punto di contatto tra l’ateneo, le sue competenze e professionalità, e il mondo imprenditoriale che vuole fare innovazione declinata per lo più in prodotto”.
Parola d'ordine “internazionalizzazione”. Nei vari interventi, infatti, è stato chiarito che, oggi, non è più possibile pensare solo a livello locale, bisogna poter applicare le idee a un mercato ampio, globale. Un ulteriore punto fermo dell'incontro è stata la frase: oggi il lavoro non si deve più cercare, il lavoro bisogna inventarlo, è così che le start-up nascono, partendo dall'idea di colmare un vuoto nel mercato. Si parte da un'esigenza non soddisfatta e si crea un'impresa che soddisfi quell'esigenza, si coprono così nicchie di mercato a cui nessuno prima aveva pensato.
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15.09.2014