Marco Reis, giornalista professionista, fondatore del sito Malainformazione.it è stato ospite della facoltà di Lettere e filosofia nel secondo incontro di "facoltà di comunicare". Presenti anche Domenico Secondulfo, docente di Sociologia della Comunicazione e da Silvano Tommasoli, pubblicitario.
L’informazione come immagine. "Gran parte delle informazioni che ci vengono fornite sono immagini -. queste le parole d’apertura di Reis: – Le copie dei giornali e dei quotidiani d’informazione che ogni giorno leggiamo sono circa 3,8 milioni . Il 30% dell’impaginato è composto da immagini, titoli, grafici che catturano subito il nostro sguardo". Il nostro cervello analizza le immagini in maniera poco oggettiva e le considera verità. Ciò è disarmante perché non riflettiamo sul fatto che dietro ad ogni macchina c’è sempre la presenza, costante, di un essere umano con un proprio punto di vista, un proprio modo di approcciarsi alla realtà, un proprio modo di raccontare cosa vede. "Ciascuna immagine – prosegue Reis, – parla alle nostre emozioni, al nostro inconscio collettivo, al nostro cervello arcaico. Esamino i flussi del giornalismo visivo perché si tratta degli elementi informativi più potenti, veloci ed insidiosi".
Stereotipi e giochi di potere. Dentro la psiche di ogni uomo vi sono stereotipi e pregiudizi alimentati sempre più dai media." Il consiglio che posso darvi – spiega il giornalista – è quello di liberarvi da questi parametri. E’ l’unico modo per riconoscere la verità". Nel suo sito web, Reis, attraverso numerosi esempi, mostra come accostando immagini verissime ad immagini allusive, che sminuiscono la realtà, si produce cattiva informazione. Il canale visivo dell’informazione è veloce, il tempo di acquisizione è istantaneo e, essendo un canale “multiculturale”, che supera ogni barriera linguistica e culturale, colpisce la società. E’ questo il principale strumento di potere di cui si servono i mezzi. L’80% delle immagini presenti sui giornali, infatti, è inveritiera, occulta la realtà.
Il cinema, un grande maestro: "Grande esempio per comprendere come la nostra mente recepisce le immagini – prosegue il direttore di Malainformazione – è il cinema, in particolar modo quello degli esordi, con i fratelli Lumiere. Il pubblico, alla visione di L’arrive d’un train, vedendo il treno muoversi, ebbe paura e scappò dalla sala". Ciò per spiegare come le immagini neutre, obiettive, sono usate per rendere “vera” la disinformazione, per accreditarla. Marco Reis lascia agli studenti in sala numerosi strumenti per avere una completa visione della realtà e un invito alla riflessione servendosi delle parole di Eraclito: “Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi”.