Per raggiungere un obiettivo non è mai troppo tardi. Lo scorso 27 marzo Meira Moise, 88 anni, è stata proclamata dottoressa in Scienze filosofiche. La sua tesi di laurea magistrale, intitolata “Francesco Patrizi, l’enciclopedia del sapere”, è stata premiata con il massimo dei voti, lode compresa. Lo stesso giorno l’ateneo ha incoronato un altro over 70, Pier Giorgio Provolo, che ha festeggiato la laurea triennale in Filosofia. La signora Moise è stata ospite in una puntata dei “Fatti vostri” con il suo relatore, Riccardo Pozzo. Guarda il video, dal minuto 12.23.
Dottoressa per la terza volta. “Studiare allunga la vita e aiuta a conservare l’elasticità della mente”, queste le parole della neodottoressa classe 1923, al conseguimento del terzo titolo universitario dopo un’intera vita dedicata all’insegnamento. Nell’immediato dopoguerra Meira Moise otteneva la laurea in Lettere classiche nell’Università di Padova e si apprestava ad iniziare la sua carriera come insegnante, per 27 anni alle medie “Catullo” e successivamente di italiano, latino e greco nei licei. Nel 2006, nei dovuti tempi accademici e con voti da studentessa modello, ha raggiunto il secondo traguardo accademico nell’ateneo veronese, la laurea triennale in Filosofia. “E’ stata un’esperienza bellissima – ha commentato al termine della più recente discussione di laurea – adesso mi sento di consigliarlo a tutti i miei coetanei e, perché no, anche ai più giovani”.
Passione per lo studio. In comune al soggetto della sua tesi, Francesco Patrizi, la signora Moise ha il luogo di nascita e la nostalgia per la sua terra, l’isola di Cherso. A 24 anni è arrivata profuga in Italia, prima a Trieste, poi a Venezia, Udine e Gorizia. Nel ’54 si è stabilita nel veronese, a Parona, dove si è sposata e si è creata una famiglia. Era già insegnante quando da Udine si metteva in viaggio per Padova ogni volta che doveva dare un esame, “gli appunti me li vendevano i bidelli, poi sudavo sui libri la notte” – ha raccontato. Aveva scelto di studiare Lettere antiche dopo che l’avevano rifiutata a Medicina, perché di sesso femminile. Oggi ci scherza su: “Il rettore vorrebbe che mi iscrivessi a Medicina, ma sicuramente non passerei il test di ingresso. Magari mi metterò a studiare l’inglese.”