Chi si laurea all'Università di Verona trova più facilmente lavoro rispetto ai laureati nel resto d’Italia. A ribadirlo ancora una volta è il XVI rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale che ha coinvolto 450.000 laureati di 64 atenei. I dati sono stati presentati a Bologna lunedì 10 marzo in occasione del convegno “Imprenditorialità e innovazione: il ruolo dei laureati”.
I laureati di Verona del 2012 alla prova del lavoro. L’indagine ha coinvolto, con un tasso di risposta dell’88%, 3.106 laureati triennali e 935 laureati magistrali biennali usciti dall’Università Verona nel 2012 e intervistati dopo un anno. Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Verona è pari al 61%, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale (41%). Tra gli occupati triennali dell’ateneo scaligero, il 47% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 14% coniuga la laurea magistrale con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea magistrale è il 37%: il 23% è impegnato esclusivamente nella laurea magistrale, mentre, come si è detto, il 14% studia e lavora. Il 12,5%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea magistrale, si dichiara alla ricerca di lavoro.
Il lavoro stabile – contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) – coinvolge, a un anno dalla laurea, 29 laureati occupati su cento di primo livello di Verona (la media nazionale è del 34,5%). Gli occupati che non hanno un lavoro stabile rappresentano il 70,5% (prevalentemente con contratto a tempo determinato; l’8% lavora senza contratto). Il guadagno, calcolato su chi lavora solamente, è in media di 1.083 euro mensili netti. A livello nazionale è di 997 euro. L’analisi deve tenere conto che il numero di giovani che dopo la laurea conseguita a Verona entra direttamente nel mondo del lavoro è nettamente superiore alla media nazionale: 47 contro 27,5%.La condizione occupazionale migliora ulteriormente nei laureati magistrali a un anno dalla laurea. Risulta occupato il 69% dei laureati, un valore significativamente superiore alla media nazionale del 55%. L’11% dei laureati continua la formazione (a livello nazionale è il 13,5%). Chi cerca lavoro è il 20% dei laureati magistrali di Verona, contro il 31% del totale laureati. A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 33 laureati occupati su cento di Verona, la media nazionale è del 35%. La precarietà riguarda il 67% del collettivo (prevalgono i contratti a tempo determinato), con un 5% di occupati senza contratto, ovvero che lavorano in nero. Il guadagno è in linea con la media nazionale: 1.064 euro mensili netti, contro i 1.038 del complesso dei laureati magistrali.
Tendenze del mercato del lavoro: esiti occupazionali a cinque anni dal titolo. Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano. I laureati biennali magistrali di Verona del 2008, intervistati a cinque anni dal titolo, sono 675, con un tasso di risposta dell’80%. L’88% è occupato; a livello nazionale il tasso di occupazione è dell’82%. Il 5% risulta ancora impegnato nella formazione (è il 6% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 6% contro l’11,5% del complesso dei laureati. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente tra uno e cinque anni dal titolo, raggiungendo il 73,5% degli occupati (valore in linea con la media nazionale, 73%). Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.371 euro mensili netti (sono 1.383 euro a livello nazionale).
Il commento del delegato del rettore Tommaso Dalla Massara. “Dopo la soddisfazione per i dati dell'Agenzia nazionale per la ricerca, che ha collocato il nostro Ateneo nelle primissime posizioni nazionali per la qualità della produzione scientifica, arriva la conferma ufficiale che chi riceve una buona formazione universitaria trova più facilmente lavoro. – spiega Tommaso Dalla Massara, delegato del rettore all'orientamento e alle strategie occupazionali – vorremmo che questo fosse il volano giusto per una sempre più marcata apertura del nostro ateneo: vengano a studiare qui i migliori e più motivati (di qualunque provenienza) e noi li immetteremo nel mondo del lavoro con le massime chance di successo, ovunque il lavoro si presenti, sul territorio o all'estero. Un Ateneo che vale innalza l'asticella dell'import e dell'export dei propri cervelli: quelli che ci scelgono e quelli che noi restituiamo al mondo del lavoro”. Margini di miglioramento per Verona? “Ce ne sono – risponde Dalla Massara – superare la distinzione netta (tutta italiana) tra formazione e lavoro; come si fa in centro Europa, occorre sempre più studiare lavorando e lavorare studiando. Per comprendere che la ricerca sarà le chiave essenziale anche nel domani lavorativo”.
11.03.14