Un nuovo sportello per l’accoglienza, l’informazione e il primo ascolto delle donne vittime di violenza è stato inaugurato giovedì 6 marzo a Palazzo Giuliari. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’Università e il Comune di Verona, segnando un ulteriore passo significativo nella lotta contro la violenza di genere.
Il servizio è stato presentato giovedì 6 marzo dal magnifico rettore Pier Francesco Nocini e dal sindaco di Verona Damiano Tommasi, insieme alla vicesindaca e assessora comunale alla Parità di genere Barbara Bissoli e ad Alessandra Cordiano, referente del rettore alla Sostenibilità sociale, che con Nicoletta Zerman, delegata del rettore alla Comunicazione, ai rapporti istituzionali e al post lauream, sarà una delle due figure istituzionali di riferimento dell’ateneo per la gestione e il coordinamento delle attività. Presente anche Irene Lupi, presidente del Consiglio studentesco.
A gestire lo sportello sarà il personale del Centro antiviolenza Petra (Pratiche Esperienze Teorie Relazioni Antiviolenza) del Comune, con l’obiettivo di offrire supporto e assistenza alle vittime di violenza. L’iniziativa riflette l’impegno delle due istituzioni verso la sensibilizzazione e il sostegno alle donne, in un contesto universitario sempre più attento a temi di rilevanza sociale.
L’accordo, della durata di due anni, gode anche di un contributo economico della Regione Veneto, che ha stanziato un finanziamento complessivo di 50 mila euro per tutti i quattro atenei veneti nell’ambito della legge regionale n. 5 del 2013.
Il servizio sarà operativo da giovedì 13 marzo e sarà gestito da personale qualificato, tra cui psicologhe, psicoterapeute, assistenti sociali educatrici, per garantire un’assistenza adeguata e rispettosa delle esigenze delle vittime. Sarà un punto di informazione, accoglienza e primo ascolto a cui potrà rivolgersi la componente femminile della comunità universitaria in forma riservata e anonima.
Lo sportello sarà aperto tutti i giovedì dalle 10 alle 12 e sarà possibile accedere direttamente al servizio o fissare un appuntamento chiamando il numero 800 392 722 (negli orari: lunedì e mercoledì dalle ore 11 alle 13, martedì e giovedì dalle 15 alle 17, venerdì dalle 9 alle 11 con segreteria telefonica 24 ore su 24) o inviando una e-mail all’indirizzo petra.antiviolenza@comune.verona.it
L’iniziativa non solo segna un passo avanti nella sensibilizzazione e nell’assistenza alle donne in difficoltà, ma si inserisce anche in un più ampio impegno dell’ateneo scaligero, che negli ultimi sei anni, sotto il mandato del magnifico rettore Nocini, ha intensificato le sue attività per contrastare la violenza in tutte le sue forme. Questo servizio rientra nelle politiche di genere messe in campo dall’università, a testimonianza dell’impegno crescente dell’ateneo per creare un ambiente più inclusivo e attento alle problematiche delle donne. Nel corso di questo periodo, l’università ha attivato diverse iniziative. Tra queste il Bilancio di genere dell’ateneo; il Piano triennale di azioni positive realizzato con il supporto del Comitato unico di garanzia dell’ateneo per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni nel lavoro; il Gep, gender equality plan, richiesto dalla Commissione europea per l’uguaglianza di genere nell’ambito accademico e della ricerca; la Consigliera di fiducia, che previene e gestisce casi di mobbing, molestie sessuali, di discriminazioni e di disagio lavorativo; lo Sportello di ascolto e di supporto psicologico per dipendenti; la Commissione per l’osservanza del Codice etico. A questi servizi istituzionali si aggiungono quelli dedicati esclusivamente al benessere delle studentesse e degli studenti, primo fra tutti la Garante della componente studentesca che ho nominato nel 2022 e il Servizio di supporto psicologico che viene invece garantito dall’Esu. L’ateneo fa anche parte della Commissione tematiche di genere della Crui, conferenza dei rettori delle università italiane e dal 2024 coordina per l’Europa il progetto di ricerca Uni4equity contro le molestie sessuali nei luoghi universitari.
Con l’istituzione dello sportello nell’ateneo veronese gestito dal centro antiviolenza Petra del Comune di Verona, grazie ad un contributo economico della Regione Veneto alle università, prosegue l’impegno della Giunta Tommasi nelle iniziative di prevenzione e di contrasto della violenza di genere “fuori dal Comune”; le collaborazioni istituzionali in tale direzione si arricchiscono di questa iniziativa a favore della componente femminile della comunità universitaria, potenzialmente interessata da questo fenomeno esecrabile come il resto della popolazione femminile; la violenza maschile nei confronti delle donne, infatti, è un fenomeno strutturale che riguarda ogni contesto sociale e tutte le fasce generazionali e, dunque, anche le lavoratrici e le studentesse universitarie; trattandosi di un fenomeno culturale, la violenza di genere prescinde dalle condizioni personali e sociali delle vittime e degli autori; pertanto, la componente femminile della popolazione necessita di ascolto, protezione e sostegno, con servizi pubblici competenti e consapevoli in qualsiasi contesto, anche quello universitario.
Questo nuovo servizio rappresenta non solo un’opportunità concreta di supporto per le donne, ma anche un’importante testimonianza dell’impegno di Verona, delle sue istituzioni e della sua comunità universitaria nella lotta contro la violenza di genere, per costruire una società più equa e inclusiva.
Maggiori informazioni: https://www.univr.it/it/sportello-antiviolenza
“Sono davvero orgoglioso di presentare oggi lo sportello antiviolenza dell’università di Verona – ha spiegato il magnifico rettore Nocini – un luogo protetto, all’interno della nostra università, in cui le donne saranno accolte, ascoltate e potranno ricevere informazioni utili per affrontare la violenza subita o per essere aiutate a uscire da situazioni di potenziale pericolo. Ringrazio la Regione Veneto per il supporto e il Comune di Verona per la fattiva collaborazione che ci hanno consentito di attivare questo servizio, l’ennesimo atto concreto di un impegno che in questi sei anni mi ha visto al lavoro, in prima persona, per promuovere la parità di genere all’interno della comunità universitaria. Grazie all’impegno di tutte e abbiamo promosso una piena uguaglianza di genere all’interno dell’università. Sono davvero numerosi i progetti di ricerca, gli eventi, le campagne di sensibilizzazione e le iniziative dedicate al personale, alla comunità studentesca e alla cittadinanza che abbiamo voluto realizzare per rispondere a questo obiettivo”.
“Apprezzo particolarmente il progetto di aprire uno sportello anti-violenza portato avanti assieme all’Università perché questo è fenomeno che va affrontato in sinergia con tutte le altre istituzioni – ha aggiunto il sindaco Tommasi – Bisogna dedicare attenzione e ascolto alle future generazioni, quelle che oggi studiano e che costruiranno la società di domani. Esse studiano e vivono in strutture gestite e organizzate da un mondo adulto. E’ fondamentale perciò instaurare un rapporto con loro per individuare assieme tutti gli strumenti che sono più utili per anticipare la violenza. La professionalità, la riservatezza e la delicatezza nell’approcciarsi ai giovani richiedono un’esperienza continua sul campo di cui il Comune di Verona dispone attraverso i suoi servizi: una sorta di artigianato delle relazioni dato che ognuna di esse rappresenta un caso a sé. E’ nostra intenzione rendere sempre migliore il servizio per favorire la costruzione di relazioni sane. Si tratta di porre le basi per una cultura di rispetto reciproco investendo, ascoltando, modulando le nostre disponibilità e la nostra offerta. Anche perché i risultati di questa attività li vedremo probabilmente nel lungo termine”.
“L’adozione e il riconoscimento della qualità ventennale del servizio proposto dal Centro Antiviolenza Petra in un’istituzione della cultura per eccellenza come l’Università è un onore per il Comune – ha dichiarato l’assessora Bissoli -. La linea del nostro mandato, come Amministrazione, si appunta sulla prima della tre P della Convenzione di Istanbul: la prevenzione che consiste nell’anticipare, se possibile, i fenomeni di violenza conclamata dando accoglienza a ascolto a quelle ragazze che non sono ancora direttamente coinvolte nel vortice della violenza. Dalla prevenzione si passa poi alla protezione, quando la violenza diviene conclamata e quindi alla denuncia alle autorità competenti che implica una conseguente punizione. Siamo in un momento di espansione del fenomeno che vorrei definire di violenza sulle donne. Violenza di genere è un termine troppo vago. In questi ultimi anni, lo sportello Petra ha ricevuto un numero sempre maggiore di richieste di ascolto: sono stati 2.383 i colloqui effettuati nel 2024. Aumenta la sensibilità al fenomeno e quindi la richiesta di aiuto”.
“Quello della violenza sulle donne è un fenomeno che ci coinvolge tutte e tutti, ogni giorno, e nonostante i grandi miglioramenti dal punto di vista giuridico – ha precisato Cordiano referente del rettore alla Sostenibilità sociale –. I dati nazionali rimangono purtroppo importanti, sia per i reati così detti spia (stalking e maltrattamenti in famiglia) sia per i reati da Codice Rocco (ad esempio, omicidi volontari), coinvolgendo le donne circa nel 80% dei casi. La risposta dello sportello antiviolenza in Ateneo interpreta il ruolo che la Governance ha scelto per l’ateneo: un luogo di ascolto, aiuto ed apertura”.
Secondo Nicoletta Zerman, delegata del rettore alla Comunicazione “Troppo spesso ci troviamo a dover ricorrere a rimedi che non dovrebbero essere necessari in una società civile e la sperimentazione di questo sportello ne è un altro triste esempio”.
“Come comunità studentesca siamo entusiaste di questo impegno concreto di ascolto e intervento per la componente femminile dell’Ateneo che dimostra una rete solida di attori su questo territorio – ha concluso la presidente del consiglio studentesco Lupi – Siamo consapevoli però, della necessità di investimenti in un’educazione sessuo-affettiva, nella formazione all’emotività rivolta alla comunità accademica tutta, in modo tale da poter apportare un cambiamento per costruire una società basata sul rispetto e sulla dignità, a partire dagli spazi di formazione”.
Sara Mauroner