Jean-Luc Nancy, una delle figure più significative del panorama filosofico contemporaneo, sarà per la prima volta ospite dell’ateneo il 16 settembre. Nell’occasione, alle 17.30 in aula T5 del Polo Zanotto, terrà una conferenza dal titolo "L’Occidente è forse – un accidente?" La conferenza, a ingresso libero e in lingua francese, è organizzata dal centro di ricerca Orfeo – suono, immagine, scrittura del dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia dell’università.
Tommaso Tuppini, ricercatore di Storia della filosofia dell’ateneo e organizzatore dell'evento, spiega come “è curioso notare che "occidente" e “accidente" hanno la stessa radice: la caduta, sia essa quella del sole o l’inciampo di qualcuno che cammina. L'Occidente è l’unica civiltà che è riuscita a globalizzarsi. Questa globalizzazione vittoriosa offusca ormai e rende forse inutile la classica distinzione tra un "Oriente" e un "Occidente". Per lungo tempo questa civiltà ha avuto il significato di una fuga in avanti, la tensione di un progresso illimitato. Considerata oggi con maggiore lucidità, ci fa l’effetto di un disastro diffuso, di un vagare nel vuoto, senza più alcun senso dell’orientamento. Com’è accaduto che una parte del mondo abbia saputo trascinare con sé l’intero mondo in un’avventura che ci inquieta ogni giorno di più, e forse prossima alla propria fine?”
Jean-Luc Nancy, allievo del caposcuola del “decostruzionismo” Jacques Derrida, ha sviluppato un originale percorso di pensiero e un lavoro di ricerca intensissimo, cominciato ormai quarant’anni fa, e il cui prodotto più recente è quello ch’egli definisce un tentativo di “decostruzione del cristianesimo”. Il suo libro a tutt’oggi più famoso rimane forse La comunità inoperosa, pubblicato in Francia nel 1983, con cui ha segnato una piccola sovversione nella recente filosofia della politica, suscitando un dibattito al quale hanno partecipato a diverso titolo, tra gli altri, Maurice Blanchot, Giorgio Aagamben, Roberto Esposito.
Tuppini esprime la propria soddisfazione per un evento di così grande importanza. "In questi tempi, come si suol dire, di "crisi" siamo molto contenti di ospitare un filosofo come Jean-Luc Nancy. Il suo pensiero ci insegna, infatti, come l'esperienza della crisi non sia soltanto qualcosa di depressivo, un episodio da dimenticare, un accidenti dell'esistenza, ma anche un momento altamente formativo, una sfida da raccogliere, un'occasione che può essere mancata oppure sfruttata. Ricordiamoci, ad esempio, che proprio la storia della filosofia contemporanea comincia come una riflessione sulla "crisi". Cos'altro è, infatti, la famosa "Critica della ragion pura" di Kant? "Critica" e "crisi" sono parole che vengono dalla stessa radice, il greco "krisis", che significa decisione, spartizione, fessura. Ogni età di crisi è un'età "decisiva", un tempo di sommovimenti, un momento forse difficile, di fronte al quale la reazione peggiore sarebbe quella di fare semplicemente finta che nulla stia accadendo, che le cose stanno continuando ad andare avanti come prima".
Ascolta l'intervista a Tommaso Tuppini realizzata da FuoriAulaNetwork
05.09.2014