L’università di Verona, chiamata a far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19, ad oggi ha proclamato per via telematica quasi duemila neodottori.
Questa formula è stata implementata in questa particolare occasione, ma per l’ateneo scaligero non si è trattato di una novità in senso assoluto; i risultati raccolti in questo periodo, frutto di competenze e conoscenze messe in campo nei diversi ambiti, hanno radici profonde nel tempo, perché l’ateneo scaligero già alla fine degli anni Novanta si stava impegnando nell’utilizzo della tecnologia per aiutare la conciliazione vita-lavoro, essendo tra le prime istituzioni a adottare il telelavoro.
La prima discussione di laurea a distanza a Verona risale al 1998 e vide protagonista Simone Paiusco, laureatosi in Economia con una tesi proprio sul telelavoro. La sua testimonianza avvalora l’immagine di un’istituzione all’avanguardia.
Come nacque l’idea di una tesi sul tema del telelavoro?
A quel tempo eravamo agli albori di Internet e io ero un appassionato L’idea venne leggendo e ne parlai con la professoressa Donata Gottardi, che fu mia relatrice. Avevo chiesto anche alla docente di poter iniziare a inviare i file tramite posta elettronica e così abbiamo iniziato.
In che modo si è svolta la laurea a distanza?
C’è stato ovviamente un supporto tecnico da parte dell’università, poi è intervenuta anche Intercomp, un’azienda veronese del settore, che ha installato gratuitamente le telecamere da me e in aula magna; è stata una collaborazione a tre. Io a casa mia avevo a quel tempo una linea di collegamento ISDN, con un cavo che, dall’esterno, andava dal salotto di casa mia all’ufficio di mio padre al piano di sotto. Coltivavo la speranza che non si bloccasse tutto e che ci fosse bel tempo perché era una situazione abbastanza particolare.
C’è un filo rosso che collega la sua esperienza accademica, il suo percorso di tesi e il suo ruolo attuale a livello professionale. Ci può raccontare nel dettaglio in cosa consiste la sua attività?
Nove mesi dopo la tesi di laurea, ho fatto nascere come startup quest’azienda che si chiama Telekottage Plus. È sorta come contact center proponendo servizi in house hosting per conto di utility – acqua, gas, energia e rifiuti. Si tratta di modelli e strutture che durante la stesura della tesi di laurea avevo visto molto sviluppate in Irlanda. L’azienda, fondata appunto nel 1999, ha compiuto ventun anni domenica 19 aprile. Siamo partiti con due dipendenti assunti e con un mutuo in banca. Ne abbiamo fatta di strada.
Per chiudere, che ricordo ha della sua esperienza in ateneo?
Molto positivo, dico sempre che l’università mi ha dato uno zainetto ricco di strumenti da utilizzare e che oggi utilizzo gestendo quest’azienda.
Anche Donata Gottardi, prorettrice dell’ateneo, docente di Diritto del lavoro e relatrice di Paiusco, ricorda il primato dell’ateneo di Verona, primo in Italia a realizzare una discussione di tesi a distanza.
Come nacque l’idea della laurea a distanza?
L’ateneo in quegli anni stava sperimentando il telelavoro con la Funzione Pubblica, siamo stati tra le primissime realtà in Italia a cercare strumenti per facilitare la conciliazione vita-lavoro. Non dimentichiamo che quelli erano proprio gli anni in cui si regolamentava il telelavoro, anche a livello europeo, siamo stati subito tra i primi a mettere in campo competenze, per andare incontro alle necessità dei dipendenti. Simone Paiusco venne da me perché sapeva che mi stavo occupando del tema e lui era interessato, così, insieme, abbiamo pensato di sviluppare una tesi di laurea su questo.
Un’idea subito messa pratica e oltre che una tesi sul lavoro a distanza, si è arrivati ad una vera e propria discussione a distanza…
Abbiamo pensato che potesse essere l’occasione giusta per sperimentare questa modalità così innovativa al tempo. L’idea era che potesse essere utile in varie situazioni in cui, per diversi motivi, uno studente poteva essere impossibilitato a venire di persona a discutere la tesi, magari per motivi di salute o altro. In questo modo non avrebbe dovuto rimandare la discussione. Ci ha animati il desiderio di aiutare le persone in caso di bisogno, cosa che purtroppo sta accedendo adesso con l’emergenza sanitaria in atto. Siamo stati lungimiranti.
Alla fine, però, lo studente fu proclamato in presenza…
Sì, perché temevamo potesse avere problemi con il riconoscimento della validità della tesi, così dopo la sperimentazione della discussione online, è venuto a Verona ed è stato proclamato. Oggi questo problema non c’è più e si può fare tutto a distanza.