“Mi innamoravo di tutto” diceva Fabrizio De Andrè. E Giorgio Zanotto per tutta una vita si è innamorato e ha amato, tante volte. «Il Banchiere Innamorato», libro dedicato allo storico direttore della Banca popolare di Verona, presentato nell’auditorium di Giurisprudenza, è un sentito omaggio verso una persona capace di spendere tutta una vita per la crescita di un’intera città. L’autore, Giorgio Galli, ha voluto raccontare, come dice il sottotitolo dell’opera, “la straordinaria vita di Zanotto: tra la sua famiglia, la sua Verona, la sua banca”.
Innamorato di una città. Con la città scaligera Zanotto aveva stretto un rapporto del tutto particolare. Non se ne era mai staccato, e, nonostante i suoi impegni lo portassero spesso lontano, sentiva il bisogno di tornare in quella che è sempre rimasta la sua casa. Legame tra uomo e territorio diventato il vero marchio di tutta una vita, sul quale basare anche gli affari e il lavoro, in un rapporto reciproco e di scambio, mai di possesso. “Quello che mi ha colpito – racconta Galli – è stato il suo legame con il territorio, talmente forte e indissolubile da portarlo a rifiutare un posto in parlamento a Roma per rimanere e curare gli interessi della sua città”. Una persona semplice, plasmata su valori importanti che non sono mai venuti meno. Per l’autore “il suo era un compito, una missione. La stella sulla quale si muoveva era quella di servire la logica del bene comune, principi assoluti coltivati con abnegazione, anche nei periodi difficili della vita, come la carcerazione e la malattia”.
Innamorato della gente. Un grande sognatore che ha cercato di realizzare quanto più possibile i bisogni dei suoi concittadini, si è adoperato sia da banchiere che da sindaco per il bene della sua gente, per la crescita della società, con un forte senso del sociale: promotore dello sviluppo della Fiera di Verona, della zona industriale e dell’aeroporto. Un uomo umile, competente, essenziale, con uno sguardo sempre rivolto al futuro che si sentiva parte integrante della comunità. Aveva grandi idee che portava avanti con semplicità e coerenza. Ma è stata sua moglie Giovanna a raccontare il punto d’incontro perfetto tra le varie anime del banchiere innamorato: “Giorgio era innamorato di famiglia, città, banca. Un amore profondo. Amava la sapienza ed era amico degli uomini. Aveva i veri valori della vita, capiva le persone perché nel suo cuore c’era tanta gioia, dolcezza, pace, ascolto. Era consapevole di essere una persona come tutti”.